Un Necrologio

Ho scoperto con grandissimo rammarico, ed enorme senso di colpa per non essere più andato a trovarlo che Cosimo Distratis, “il professore dell’osservatorio” è morto1.

Intenzionato a scrivere un necrologio, e francamente allibito da come questa notizia fosse passata inosservata, mi sono rivolto al mio caro amico di infanzia Ismael Matino e suo cugino, Domenico Mola, che tanto lo ha frequentato, per ottenere alcune informazioni e poterle sintetizzare in un breve necrologio che vuole più che altro essere un appello alla città Manduria.

In effetti, le informazioni sulla vita di Cosimo sono presenti nei numerosi suoi scritti e biografie che spero vivamente vengano presto ristampate2,3. Ma vi è un punto molto importante che vorrei che si ricordasse di lui, e che io stesso, di fatto, ignoravo.

La vita di Cosimo è un messaggio sull’importanza dell’educazione scientifica, della scienza come servizio per tutti, e soprattutto un monito perché l’educazione sia gratuita e per tutti.

Cosimo era povero. Cosimo non poteva studiare.

Prima le condizioni economiche, poi la guerra lo hanno tenuto lontano dai libri. Ma il suo genio e la sua mente immaginativa e curiosa lo hanno tenuto attaccato ai libri, alla tecnica e alla scienza nonostante tutto. A 22 anni, Cosimo pedalava ogni sabato per 36 km per tornare nella sua Uggiano da Taranto, dove provava a prendere il diploma magistrale. Una scelta sofferta quella di non poter fare studi classici per accedere all’università, condizionata dalle sue precarie condizioni economiche.

Ma il genio si fa strada anche nel fango.

D’altra parte, come diceva De André, dai diamanti non nasce niente.

E così, Cosimo irrefrenabile e poliedrico inventore costruiva da solo la propria casa nella piccola Uggiano, ed inventava un modo per riciclare vecchi macchinari e creare un innovativo sistema di perforazione (poi brevettato e premiato all’esposizione internazionale di Bruxelles) per ricavare dei pozzi “artesiani”.

Quella macchina, non solo ideata, ma realizzata dallo stesso cosimo nei ritagli di tempo, fu messa a disposizione della popolazione di Uggiano per poter ottenere acqua e scampare in questo modo ai periodi di secca e siccità a cui i pochi mezzi economici a disposizione avrebbero altrimenti legato la popolazione in quegli anni.

Nel frattempo, insegnava alle scuole elementari ad una classe di persone che andavano dai 15 ai 30 anni. Figli degli ultimi, dei dimenticati. Mi piace immaginare che a quegli ultimi Cosimo abbia dato una speranza, che anche a 30 anni si possa ancora imparare, e che la cultura e la conoscenza possono davvero aiutare noi stessi e gli altri. E non importa se le scarpe sono piene di terra e sale.

Per me, nato nel 1985, Cosimo era il professore dell’osservatorio. Ma in realtà è solo dopo la pensione nel 1987, (e vari altri brevetti di cui vi invito a leggerne) che viene costruito questo centro per l’educazione.

Cosimo organizzava degli incredibili incontri scientifici, visite per i bambini delle scuole elementari, medie e licei, pubblicava libri e si sforzava di educare tutti all’astronomia, la fisica, l’ingegneria.

Fu in quei meeting che mi avvicinai alla Fisica e alla scienza. Avevo 12 anni. Dove sarei ora senza le sue lezioni sulla meccanica quantistica? Dove sarebbero chissà quanti altri ragazzi come me, senza l’osservatorio?

Dove sarebbe Cosimo se fosse riuscito ad andare all’università?

Cosimo ha fatto un servizio alla nostra città. Ha creato un centro di divulgazione scientifica, ha amplificato le capacità dei ragazzi locali, ha mostrato a tutti con il suo esempio cosa si può fare con la determinazione e la passione e la forza di volontà. La volontà, completamente ignorata dai salotti culturali italiani, è ciò che spinge il genio a imprese fuori dal comune e apparentemente folli e senza speranza.

Un osservatorio auto-costruito a Uggiano? Follia.

Un affresco gigantesco e politico che critica la mancata santità dei prelati dipinto in casa del papa?

(la cappella sistina n.d.r.)

Follia.

Eppure, genio.

Per questo non possiamo dimenticarci di lui. Per questo di lui non possono rimanere solo i segnali stradali che indicano l’osservatorio nelle strade sgarrupate di Uggiano.

Io faccio un appello ad una cittadina in cui non vivo più a ricordare Cosimo. Faccio un appello per intitolare a Cosimo una piazza, una via o forse meglio una sala della biblioteca comunale affinché il suo messaggio rimanga per i piccoli Manduriani che si chiederanno chi fosse Cosimo Distratis.

Cosimo, oggi faccio il professore grazie a te.

Cosimo, oggi, io che ho avuto il privilegio di poter studiare, faccio il professore anche per te.

Che la terra ti sia lieve.

Un caro abbraccio alla famiglia.

Marco

Referenze

1 www.uai.it/sito/news/vi-segnaliamo/scompare-cosimo-distratis-decano-degli-astrofili-pugliesi-e-socio-storico-delluai/

2 La travagliata storia di un brevetto, Cosimo Distratis, autoprodotto, Manduria.

3 Postulati e teoremi, Cosimo Distratis, autoprodotto, Manduria.